Nota a Catullo 25, 5: Molliter Mares *
(Studi italiani di filologia classica, Quarta Serie, 7 (2009): pp. 129-142; revised version)
Abstract: Inspired by Alessandro Grilli’s comment, the author proposed a new conjecture to resolve the crux of Catull. 25, 5, correcting mulier aries (O) in molliter mares: cum diua molliter mares ostendit oscitantes. Meanwhile, the author identified diua with Lesbia (Clodia), and Thallus cinaedus, probably a slave-dancer belonging to Metellus-Clodia’s family. The paper will be completed by stylistical and palaeographical analyses.
Cinaede Thalle, mollior cuniculi capillo
uel anseris medullula uel imula oricilla
uel pene languido senis situque araneoso,
idemque, Thalle, turbida rapacior procella,
cum diua † mulier aries † ostendit oscitantes, 5
remitte pallium mihi meum, quod inuolasti,
sudariumque Saetabum catagraphosque Thynos,
inepte, quae palam soles habere tamquam auita.
quae nunc tuis ab unguibus reglutina et remitte,
ne laneum latusculum manusque mollicellas 10
inusta turpiter tibi flagella conscribillent,
et insolenter aestues, uelut minuta magno
deprensa nauis in mari, uesaniente uento.
mulier aries O, mulier alios al. aues uel aries G, mulier aues al. aries uel alios R
La crux di Catullo 25, 5 ha tormentato generazioni di studiosi e sfida ancora la filolo-gia odierna. Le congetture sono innumerevoli [1], ma nessuna di esse è riuscita a imporsi come risolutiva [2]. Ci sarà una nuova strada da percorrere? Vale la pena di provare an-cora? Noi vogliamo crederci.
1. Una nuova proposta congetturale
Il carme 25 “è una specie di « studio » poetico su una parola, come in altre arti esistono studi su un’armonia o su un colore. In questo caso la parola è mollis, nella sua doppia acce-zione propria e traslata. La mollities squisitamente figurata di Tallo viene rappresentata sia per immagini – attraverso riferimenti a oggetti molli in senso proprio – sia stilisticamente attraverso l’uso di tratti linguistici topicamente associati all’effeminatezza” [3]. Questo breve commento di Alessandro Grilli ci ha fatto pensare di correggere mulier con una pa-rola che appartenga alla famiglia di mollis [4]. Dopo approfondite riflessioni, ci chiediamo se il v. 5 non si debba leggere:
cūm dīuă mōllĭtēr mărēs || ōstēndĭt ōscĭtāntēs
“quando la dea mostra con dolcezza i maschi distratti” [5]
L’avverbio molliter [6] può arricchire lo “« studio» poetico” sul termine mollis nel c. 25 – si noti l’uso di mollior (v. 1) e di mollicellas (v. 10) [7]; mas “è il contrario di femina; indica il maschio quando si vuole alludere proprio al sesso” [8]. Usando mares il Poeta avrebbe voluto creare un forte contrasto tra questa parola e Thallus mollis, perché quei ter-mini ‘morbidi’, osceni e insultanti alludono tutti all’effeminatezza di Tallo – la voce mas è ovviamente in antitesi con cinaedus, come mollior con rapacior, e minuta nauis con magno mari –. La congettura molliter mares potrebbe farci ammirare uno spettacolo straordinario di 阴 e 阳 nel c. 25 [9]. Il verbo ostendo precisamente significa “mostrare intenzionalmente con affettazione per vanteria, ambizione, ecc.”, cioè un’azione molto attiva, di coloritura – per così dire – maschile. Però, la sua forte intenzione non spinge la dea ad agire violente-mente, ma molliter, cioè in maniera adeguata a una divinità femminile. Il Poeta si conside-ra certo un vero uomo, uno dei mares [10], mentre Tallo è un effeminato. Ma in opportu-ne circostanze il maschile e il femminile, come appare nel taoismo cinese, possono trasfor-marsi reciprocamente: appunto, mentre i mares oscitant, cioè perdono temporaneamente la loro virilità e vigilanza (per i motivi che spiegheremo fra poco), Thallus mollis, invece, si anima, diventa turbida rapacior procella, e riesce a sottrare al Poeta i suoi oggetti preziosi. Nel c. 25 il maschile e il femminile così si contrappongono ma nello stesso tempo si uniscono felicemente [11].
2. L’identificazione di diua
Numerosi studiosi vogliono identificare diua con una vera divinità femminile, e i no-mi delle candidate sono l’uno più raro dell’altro [12]. Noi, invece, preferiamo credere che sotto il velo di diua si nasconda una figura umana ma molto più cara e divina per il Poeta: quella di Lesbia [13].
Invitiamo a rileggere due versi catulliani, 68, 70 e 16, 13 già citato, che potrebbero essere favorevoli sia alla nostra congettura sia all’identificazione di diua con Clodia:
68, 70: quo mea se molli candida diua pede / intulit
16, 13: […] male me marem putatis?
Ormai non c’è più bisogno di fare correre l’inchiostro per illustrare la persona e la personalità di Clodia: la prima donna della Città eterna, “la plus charmante, la plus parfaite beauté de son temps” [14], ammirata e desiderata da un ‘esercito’ di mares amantes, i veri uomini, fra cui Catullo, degni di mettere i piedi nel salone della dea, sempre pronti per saziare l’insaziabile [15]. Non meno numerosi i banchetti galanti [16], occasioni eccellenti per Clodia di ostendere – mostrare con intenzione per vanità e vanteria – agli altri convitati i cavalieri da lei catturati: nelle guerre d’amore Clodia è sempre vincitrice [17]. Ostendit sì ma con dolcezza, – si può immaginare una maniera diversa? –, e cioè molliter [18]; mares sì ma già troppo storditi più dal fascino della padrona che dal vino, e cioè oscitantes. Questi night-parties al Palatino li conoscono tutti i Romani, Tallo non può fare eccezione. Quindi, quando il vino scorre a fiumi nel triclinio, cum diua molliter mares ostendit oscitantes, a loro insaputa imperversa la tempesta silenziosa di Thallus mollis.
Si potrà certamente obiettare che nel c. 68, senza parlare di mea, attributo di diua, il contesto immediato del v. 70 può farci intendere a chi Catullo alluda con il termine diua [19]; nel c. 25, invece, nulla ci permetterebbe di concludere che diua fosse Lesbia, ma è bene non lasciarsi ingannare: il c. 25, composto in una lingua così ‘quotidiana’, con un tono così ‘familiare’, è ‘dedicato’ a Tallo il Ladro, non ai lettori di duemila anni dopo. Il destinatario del ‘bigliettino’ dovrebbe capire molto più facilmente di noi quae diua mares ostendat. Nel nostro passo il pronome possessivo mea non c’è, ma appunto: in un certo senso Clodia è anche la diua di Tallo. Al banchetto, mentre la prima donna è ammirata dai suoi mares come Venere in persona, ella ha anche un altro ruolo da incarnare, anche se involontariamente, quello di collaboratrice di Ermes, dio del furto [20].
Identificata diua con Lesbia, invitiamo a rileggere il v. 5 da noi emendato, con una traduzione leggermente ritoccata:
cum diua molliter mares ostendit oscitantes
“quando la (nostra) dea ostenta con delicatezza i suoi maschi in estasi”
Si può ammirare quanto conciso ed efficace sia il pennello del Poeta nel descrivere la personalità della diua (molliter ostendit) e nello schizzare una scena vivacissima (mares osci-tantes) dei banchetti galanti di Clodia, banchetti ai quali Catullo aveva l’‘onore’ di essere ancora convitato [21]. Il v. 5 da noi emendato e interpretato, come tutto il resto del carme, potrebbe garantire una comprensione immediata da parte di Tallo, comprensione che il Poeta desiderava e si aspettava componendo il carme. L’erudizione mitologica degli studiosi, seppure ammirevole, avrebbe deviato troppo la filologia dalla strada giusta per sanare il v. 5 [22]. In realtà, hic locus forse non è affatto desperatissimus come si credeva.
3. L’identità di Thallus
Chi è Thallus? Che relazioni ha con Clodia o con Catullo? Perché del suo furto possono essere vittime i convitati della prima donna? A tali domande siamo obbligati a rispondere per dimostrare la probabilità di molliter mares.
Una identità ipotetica di Tallo non la possiamo trovare altrove che nel c. 25; cinaedus e flagellum sono ovviamente due parole chiave. Visto il tono ironico e insultante del carme, sarebbe più ragionevole intendere queste due parole alla lettera, cioè, flagellum come una minaccia non scherzosa ma seria [23], e cinaedus come il reale status sociale dell’individuo. Secondo la legge romana, la flagellazione, punizione infamante, non era applicabile che agli schiavi [24]; Tallo, che ha il ‘diritto’ di godere dei ‘piaceri’ di flagellum, sarebbe quindi uno schiavo [25], ma non uno schiavo qualsiasi – lui è un cinaedus. Questo termine, di origine greca (κίναιδος), “après avoir été commun à tous ceux, danseurs, pantomimes, bouffons, qui faisaient métier de se montrer à la foule […] ou dans des réunions privées, prit de bonne heure, à Rome, […] un sens défavorable. Les Romains […] ne pouvaient voir de bon œil […] des danses exécutées par les κίναιδοι, qui passaient dans ce pays même pour les plus efféminées. Cependant […], dès l’avant-dernier siècle de la République […] ils (cinaedi) furent introduits dans les fêtes et les repas pour y donner des divertissements; ils firent mêmes partie de la domesticité de quelques riches maisons” [26]. Si potrebbe ipotizzare, pertanto, che Tallo fosse uno degli schiavi-danzatori che facevano parte della servitù della famiglia Metello-Clodia [27]; ai banchetti Tallo e i suoi ‘colleghi’ eseguivano le loro danze effeminate per divertire i convitati. Allora a Tallo non mancavano i momen-ti opportuni: cum diua molliter mares ostendit oscitantes, egli si impegnava con la sua se-conda professione, quella del ladro [28].
Se è probabile la nostra ipotesi sull’identità di Thallus, si può supporre inoltre che, 1) le danze “d’un caractère plus ou moins lascif” [29] dei cinaedi possano essere un motivo in più per cui i mares diventano oscitantes; 2) la parola diua, da sola, possa essere perfettamen-te intesa da Tallo, poiché la diua altri non è che la padrona del ladro stesso (in tale caso, anche ea basterebbe perché Tallo capisca tutto); 3) deprensa nauis in mari (v. 13) non è una semplice metafora, ma una immagine vivacissima che allude ironicamente ai motus molles di Tallo quando danza [30].
4. L’analisi stilistica
Meriterebbe un’attenta osservazione anche l’effetto stilistico creato dalla nostra con-gettura.
Il gruppo molliter mares costituisce di per sé un’allitterazione, che forma una coppia con ostendit oscitantes; incontreremo un’altra coppia di allitterazioni duplici nel v. 10: la-neum latusculum manusque mollicellas. Se molliter […] oscitantes precede immediatamente remitte(v. 6), laneum […] mollicellas è preceduto quasi immediatamente dallo stesso verbo della stessa forma (v. 9). Una semplice coincidenza?
Non solo. Senza la lettura molliter, si conta nel c. 25 già 12 volte (!) la doppia conso-nante -ll- [31], presente nel nome di Thallus, nelle due parole mollior e mollicellas, nonché nella voce flagella, strumento della punizione che si minaccia di infliggere a Tallo. Quasi tutti i sostantivi contenenti -ll- designano un oggetto morbido: capillus, medullula, oricilla, pallium e flagellum; fa eccezione solo procella, ma appunto, il diventare rapacior procella è per Tallo eccezionale. Conscribillent è l’ultima parola che contiene il suono -ll-: per farlo sentire una volta in più il Poeta, avendo appena creato medullula e mollicellus, si è permesso addirittura una licenza [32]. Appare chiaro, pertanto, che tale raffinatezza nell’uso dei suoni non sia derivata da null’altro che dalla ricercatezza di Catullo. È lecito chiederci, allora: il nostro Poeta avrebbe potuto trascurare una parola come molliter, così semplice, così disponibile e così ‘virtuosa’ per i suoi valori semantici, metrici e stilistici?
Nel Liber del Poeta Doctus niente è casuale, ecco perché è plausibile introdurre la con-gettura molliter mares [33].
5. La corruzione da molliter mares a mulier aries [34]
Nei codici catulliani non sono pochi gli esempi della confusione fra o e u [35]. Per la mutazione di -ll- in -l- vedi anzitutto 64, 318: mollia : molia (O); 67, 33: molli : moli (O)[36]. Le cadute della t (molli<t>er) e della m (<m>ares) non dovrebbero stupire [37]. Quan-to alla i di aries cfr. 10, 8: quonam : quoniam (V); 10, 16: lecticam : leticiam (G); 34, 12: sonantum : sonantium (V); 44, 10: conuiua : conuiuia (G R); 62, 37: carpunt : carpiunt (T); 64, 280: Thessala : thesalia (O); 64, 312: fila : filia (O); 68, 3: naufragum : naufragium (V).
Lasciando da parte tali confronti, si potrebbe anche avanzare la seguente ipotesi:
Mollitermares → Molliermares → Muliermares
La corruzione, dunque, sarebbe iniziata con la caduta della T, che da sola è già sufficiente per rendere il testo incomprensibile; lo sviluppo successivo sarebbe dovuto a una correzione motivata ma errata di Mollier in Mulier, forse a causa di diua [38]. A un certo punto si sarebbe prodotta accidentalmente anche la corruzione secondaria di Mares in aries, cioè Mulieraries, che sarà fedelmente copiato dallo scriba di O.
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Note:
* Il testo catulliano riprodotto segueMynors 1960 [1958].
[1] Per le congetture più antiche vedi Ellis 1878 [1867]: 41. Riportiamo qui altre correzioni (lista non esauriente): mu-lier Laconas offendit B. (?) Guarinus; dira maris hiems Perreius; dira maris hyems aues Ed. Gryph.; de uia mulier alites Vulpius; deuias mare alites o. obnatantes Heinsius; mulier alites o. occinentes Silligius; munerariosLachmann (Schwabe, Mueller, Benoist - Thomas - Rostand, Ernout); dira Malea naues Héguin de Guerle; mulierarios Haupt (Schmidt, Friedrich, Lenchantin, Weinreich, Schuster, Cazzaniga, Verdière, Bardon, Della Corte); deuia mulier uiros offen-dit Fröhlich; luna mulierarios Heyse (Pighi); dira mala per alites Schwenck; dira maris hiems scaphas o. aestuantes Pohl; deuias mari trabes offendit obnatantes Clumper Diua mi (uel iam) uicarios Munro; Murcia atrieis Munro; conuiuium simul uiros Palmer; luna balnearios Riese; mater horias o. aestuantes Mowat; cena maior ebrios Hermes; miluorum aues Palmer; dira nauitas hiems Owen; dira naufragos hiemps Owen; mater alites Giri; mulicurios Clayton; manulea-rios Phillimore;laeua munerarios offendit Ellis; numularios Slater; Diua Mulier alites Vürtheim (Wünsch, Ferrero, Copley); d., milue, areis Richmond; luna uestiarios Lafaye; cella munerarios Agar; mulierarios tetendit Herzog; mulierarios inten-dit Colin; multoaliter Pighi; mulierarios offendit Granarolo; mulierum alteros Wiman; Murcia aridos Putnam; mulierum arias Oksala; Murcia arbitros o.(uel ostendet) MacKay (Quinn); nocturnas auesBardon; mollior, Quies, o. Allen; laeua nummularios offendit Thomson; laeua mulierarios offendit Granarolo; conuiua cum ebriosior se tendit oscitanter Papanghelis; diues arca rimulas Skutsch; Lauerna cum ostiarios Eden; Murcia ebrios Green; quom lychnus ostiarios Trappes-Lomax. Infine, non dimentichiamo che “totum uersum ab interpolatore profectum habebant Doeringius Handius” (Ellis 1878 [1867]: 41).
[2] In passato mulierarios è stata fra le più accettate, ma i punti deboli di questa congettura sono stati segnalati a lungo dagli studiosi: 1) la dubbia soluzione della lunga (mŭlĭ-) nel quarto elemento; 2) l’uso della parola come sostantivo non sarebbe attestato altrove; 3) la scarsa probabilità che Catullo abbia preso in considerazione un termine come mulierarius, usato da Cicerone con un senso fortemente spregiativo (cfr. Cic. Cael. 66); 4) “non si capirebbe perchè avesse a mostrare i mulierarios oscitantes” (Lenchantin 1988 [1928]: 50). Si deve riconoscere, tuttavia, che mulierarios è indubbia-mente l’emendamento migliore dal punto di vista paleografico.
[3] Paduano - Grilli 2004 [1997]: 83.
[4] Cfr. di nuovo la congettura mollior, Quies di A. Allen (cit. n. 1).
[5] “The general meaning (of the l. 25, 5) seems to be that Thallus does his thieving boldly, –b ecause there is nothing to fear, since he chooses an occasion when no one watches against thieves. If oscitantes be the correct reading, it must mean off their guard, rather than half-asleep, as the thefts were probably committed at dinners” (Merrill 1893: 48).Vedi anche Ellis 1876: 67.
[6] Nello stesso c. 25 ci sono altri due avverbi derivati da aggettivi con il suff. -ter: turpiter (v. 11) e insolenter (v. 12). Turpiter costituisce il quarto, il quinto e il sesto elemento del verso, proprio come molliter nel v. 5 da noi emendato.
[7] Sembra che a Catullo sia particolarmente caro l’uso di mollis. Fuori del c. 25 compaiono una volta mollesco(64, 38), due volte molliculus (16, 4; 16, 8) e 14 volte mollis (11, 5; 45, 16; 63, 38; 63, 44; 64, 88; 64, 129; 64, 293; 64, 311; 64, 318; 65, 21; 67, 33; 68, 5; 68,
70; 80, 4). Mollicellus(25, 10) è un neologismo catulliano (cfr. TLL, vol. VIII, col. 1365).
[8] Castiglioni -Mariotti 1996 [1966]: 2130. Cfr. Lucr. V 853: feminaque ut maribus coniungi possit […]; Caes. Gall. VI 26, 2: eadem est feminae marisque natura; Iuu. 1, 84: et maribus nudas ostendit Pyrrha puellas.
[9] 阴 yīn, il femminile; 阳 yáng, il maschile.
[10] Cfr. Catull. 16, 13: […] male me marem putatis? “voi mi avete preso per uno poco virile?” (Della Corte 2003 [1977]: 33). Si noti l’occorrenza di cinaede (v. 2) e di molliculi (vv. 4, 8) nel c. 16.
[11] Certo, non intendiamo che tutto ciò che abbiamo esposto sia intenzionale in Catullo. Siamo convinti, invece, che il Poeta vuole informarci con il v. 5 sui momenti opportuni di cui ha profittato Tallo per rubare (cum è un indice chiarissimo). La perdita temporanea di virilità – in senso figurato – da parte dei mares è per noi l’ipotesi più seducente, forse anche la più probabile, poiché è l’unica che possa creare un contrasto con la metamorfosi di Thallus mollis in procella.
[12] Ad esempio, Teti (Τηθύς) (Parthenius, Muretus, Mowat); Iuno (Statius); Laverna (Leyserus, Bergk, Ellis, Palmer, Slater, Richmond, Verdière, Eden); Larunda (Leyserus, Schwabe, Ellis); Luna (Heyse, Riese, Lafaye, Lenchantin, Pighi, Della Corte); Angerona (Ellis, Munro); Murcia (Munro, Putnam, MacKay, Quinn, Green); Venere (Benoist - Thomas - Rostand, Colin); Cibele (Herrmann); Diana (Wiman, Oksala); Ecate (Bardon); Quiete (Allen).
[13] Cfr. Friedrich 1908: 158; Lenchantin 1988 [1928]: 50. Vedi però Granarolo 1958: 296.
[14] Grimal 2002 [1963]: 190. Cfr. Catull. 86, 5-6.
[15] Cfr. Catull. 11, 17-20; 37, 14-16; Cic. Cael. 32 e 49.
[16] Dopo la congettura di Haupt l’ipotesi del banchetto è generalmente accettata dalla critica (cfr. supra n. 5). Seguia-mo volentieri questa tradizione: i banchetti in genere erano serate per maschi (mares). Citiamo G. Coppola: “Dunque siamo a banchetto, e Thallus profitta della distrazione del poeta che gli siede accanto e che è tutto assorto ad ammirare Clodia per rubargli mantello pezzuola e salvietta. Ad una scena di banchetto ci riporta anche il primo di questi compo-nenti catulliani (i. e. Catull. 12), e certo non altrove nè in altra occasione potevano rubarsi salviette. In un banchetto o festino più o meno equivoco potevano rubarsi anche mantelli[…]” (Coppola 1929: 158. Per appoggiare l’ipotesi del banchetto, Coppola ha istituito un interessante paragone fra i tre carmi catulliani 12, 25, 33 e il secondo frammen-to archilocheo contenuto nel Papiro di Strasburgo). Proponendo balnearios A. Riese vuole ambientare la scena del furto in un bagno pubblico. Questa ipotesi, seppure non senza fascino, sarebbe meno probabile, perché 1) il senso che Riese vuole conferire qui a balnearius è incerto; 2) nell’antica Roma maxime tempus lauandi a meridiano ad uesperum est constitu-tum (Vitr. V 10, 1), dunque, non sarebbe tanto felice l’unione di luna e balnearios. Cfr. Colin 1954: 107; Grana-rolo 1958: 293.
[17] L’identificazione di diua con Lesbia si adeguerebbe non solo al significato di ostendo, ma anche al tempo del verbo: l’azione è ripetuta, e quindi il presente (la correzione diostendet in ostendit è ormai unanimemente accettata dalla critica).
[18] Cfr. infra n. 27.
[19] Cfr. Catull. 68, 68-69: isque domum nobis isque dedit dominae, / ad quam communes exerceremus amores.
[20] Vedi però Granarolo 1958: 301.
[21] Se molliter mares fosse originale, e diua Lesbia, si potrebbe supporre una datazione abbastanza sicura – anche se non precisa – del carme: la sua composizione sarebbe posteriore a 56 a. C., cioè dopo il viaggio di Catullo in Bitinia (cfr. v. 7: […] catagraphosque Thynos), e anteriore alla definitiva rottura delle liaisons dangereuses tra Clodia e il Poeta. Cfr. Benoist - Thomas - Rostand 1882-1890: t. I, LXVII-LXXII; Della Corte 1976 [1951]: 289-290 (e n. 32), 309-310.
[22] Cfr. Granarolo 1980: 75-80.
[23] Cfr. Onetti 1976: 68-70.
[24] Cfr. Daremberg– Saglio 1877-1919: t. II (partie II), 1155.
[25] “In realtà Thallusè nome frequente di schiavo o di liberto” (Lenchantin 1988 [1928]: 50). Vedi anche Bianco 1967: 39-41.
[26] Daremberg - Saglio 1877-1919: t. I (partie II), 1172. Vedi anche Ibid., t. IV (partie II), 1050-1054; Jocelyn 1999: 108-112.
[27] Viste la nobiltà della sua famiglia, la sua personalità e – soprattutto – la sua grande passione per la danza (cfr. Della Corte 1976 [1951]: 269, 279), sarebbe plausibile che Clodia possedesse proprio una ‘compagnia’ di danza privata, o almeno che invitasse non di rado i ballerini professionisti (saltatores e saltatrices) a casa sua per rendere più ‘piccanti’ i suoi banchetti sontuosi: andavano di pari passo vino e danza, due ingredienti immancabili della vita amorosa della dea – M. Celio Rufo, altro amante di Clodia e grande rivale di Catullo, era appunto un buon ballerino – . Si può inoltre ritenere che diua ostendit mares danzando, e quindi molliter? Cfr. Hor. Sat. I 9, 24-25: […] quis membra mouere / mollius? […]. Vedi anche Cic. Deiot. 26; Cic. Pis. X 22.
[28] Seguiamo parzialmente Ellis, che dice: “It seems more probable that Thallus is a real name, as indeed the description of him in realistic throughout. He was probably one of those professional dancers who attended at entertainments […],especially in houses of bad repute, and who combined with their professions as dancers the trade of a prostibulum, which was its natural accompani-ment” (Ellis1876: 66). Le identificazioni precise di Thallus sono: Iuuentius (Vulpius, Schwabe, Bergk); Asinius Marrucinus (Schulze, Brunér); Egnatius (Bianco); Vibennus [sic] figlio (Herrmann; con la correzione di Tallus (Thallus) in Gallus). Vedi anche Colin 1954: 109-110.
[29] Daremberg - Saglio, 1877-1919: t. I (partie II), 1172.
[30] “La plupart des commentateurs de Catulle professent que, s’il était possible de restituer convenablement le vers 5 de ce poème XXV, le sens de tout le morceau en serait éclairé, et peut-être aussi les circonstances sociales et psychologi-ques exactes qui ont pu l’inspirer” (Granarolo 1958: 293). La congettura molliter mares, tra altre possibilità, potrebbe chiarire sufficientemente il senso del c. 25, nonché le sue circostanze sociali e psicologiche?
[31] “Die vielen Diminutiva und der Labdacismus des Gedichtes (29 mal l, darunter 12 mal ll) malen die Weichlich-keit” (Riese 1884: 49). Vedi anche Nottola 1899: 11; Ronconi 1953: 136-137; Granarolo 1958: 304-306.
[32] Si può intendere anche come abbreviamento prosodico. Cfr. Ellis 1876: 68.
[33] Le figure di suono nel c. 25 meritano veramente un’attenta osservazione. Non possiamo passare sotto silenzio, fra altre, uelut minuta magno /[…] mari uesaniente uento (vv. 12-13): si tratterebbe di due allitterazioni triplici nascoste combinate a cornice? Inoltre, uesaniente uento potrebbe essere un’eco di cuniculi capillo (v. 1).
[34] Prendiamo in considerazione solo aries, la sola lezione di O. Lo scriba di questo codice, “plus ignorant, a souvent reproduit son modèle avec une docilité machinale qui nous garantit sa fidélité” (Lafaye 1922a: xxxi). Vedi anche Munro 1878: 63; Putnam 1964: 268.
[35] Cfr. 8, 9: uolt : uult (V); 53, 3: meus : meos (V); 63, 56: pupula : popula (V); 88, 1: sorore : furore (R). Per la verifica della tradizione manoscritta abbiamo consultato anche Della Corte 2003 [1977].
[36] Questi due errori sono stati registrati, a nostra conoscenza, solo da Ellis (cfr. Ellis1878 [1867]: 143, 166) e da D. F. S. Thomson (cfr. Thomson 1997: 161, 170). L’accuratezza delle due edizioni è attestata dalla nostra consultazione di O riprodotto (Lugduni Batavorum 1966). Nell’apparato critico di Ellis si leggono inoltre: 25, 1: mollior : molior B La1 (p. 40); 64, 38: mollescunt : molesunt H molestunt La1 (p. 121). Cfr. anche 25, 11: conscribillent : conscribilent (V); 37, 2:pilleatis : pileatis (X2 m D); 64, 313: pollice : police (V); 66, 24: sollicitae : solicitet (V); 100, 1: aufillenum : aufilenum (V); 105, 2: furcillis : furcilis (G O).
[37] Cfr. 3, 11: tenebricosum : tenebrosum (V); 52, 1 e 4: emori : mori (V); 62, 12: aspicite : aspice (O); 66, 12: iuerat : ierat (V); 72, 6: mi tamen es : ita me nec(V).
[38] Cfr. l’analisi di Allen: il testo corrotto “was seen to be inadequate, inviting emendation […]. A bright scribe, appreciating Thallus’ sexual preferences and dislikes, thought of Mulierarios, and that entered the archetypes as Muliera-ries, canonized for us by O” (Allen 1974: 212). Secondo H. Bardon, mulier potrebbe essere una glossa di diua (lezione esatta), penetrata nel testo con la conseguente scomparsa del termine originario (cfr. Manzo 1972: 289).
Li Song-Yang